Pedane vibranti, funzionano davvero? Sono in molti a cercare le opinioni sui  web, ma la domanda dovrebbe essere piuttosto: in quali casi funziona davvero? Ho voluto scrivere questo breve articolo proprio perché ritengo sia giusto spiegare alle persone che non si intendono di riabilitazione o di allenamenti cosa succede quando  si effettua un trattamento allenante vibratorio.

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A cura della D.ssa Sabrina Geppetti, chinesiologa, laureata in Scienze Motorie e specializzata in Attività preventive ed adattate

Non riporterò solo la mia opinione, ma quello che spiega la comunità medico-scientifica mondiale attraverso le principali e più importanti pubblicazioni del settore.
Quello della vibrazione è un concetto abbastanza recente.

Il Prof. Carmelo Bosco, uno dei massimi esperti mondiali di biomeccanica e di fisiologia dell’allenamento, scomparso da pochi anni, é stato il primo che ha introdotto il concetto della vibrazione alla fine degli anni ’90.

Dopo anni di studi e ricerche ha realizzato e perfezionato un complesso sistema di stimolazioni vibratorie che agivano sul sistema osteo-artro-mio-fasciale e sul sistema neurologico.
Il risultato pratico di questo studio é stata la realizzazione di una particolare pedana vibrante, la N.E.M.E.S (NEuroMuscularMEccanicalStimulation), creata con criteri esclusivamente medico-scientifici; tuttora é utilizzata dagli astronauti della NASA per prevenire e contrastare gli effetti della sarcopenia (declino della massa muscolare) e della osteopenia (declino della massa ossea) indotti dalla assenza di gravità nello spazio.

I principali pro del trattamento vibratorio con la NEMES, approvati dalla comunità scientifica mondiale, sono i seguenti:

Miglioramento

  1.  forza massimale (negli atleti
  2.  forza esplosiva (negli atleti)
  3.  della capacità respiratoria
  4.  dei processi di ossificazione
  5.  della mineralizzazione ossea nei pazienti osteoporotici
  6.  nella sintesi di alcuni ormoni

L’originale pedana di Bosco (NEMES) è una semplice pedana che oscilla con frequenze comprese fra i 10 e i 60 Hz. Durante l’attività  tutto il corpo oscilla. In genere si alterna un minuto di lavoro a uno di pausa per un totale di 10′ di lavoro. Fondamentale la posizione che il soggetto assume; a seconda della posizione si stimola un’opportuna grandezza fisiologica.Le posizioni da assumere possono essere varie  adattandole ad un programma individuale, tenendo conto dello stato del soggetto e degli effetti su muscoli, nervi, neurotrasmettitori, articolazioni, ossa, sistema circolatorio, sistema ormonale.

Gli effetti dipendono dalla frequenza applicata, dall’ampiezza dell’oscillazione, dall’accelerazione e dalla durata della vibrazione.

E’ da sottolineare che non esiste un solo programma vibratorio ad una determinata frequenza, ma diversi programmi a diverse frequenze eseguiti con il soggetto in diverse posizioni corporee.

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I vari tipi di pedana vibrante

Non tutti i tipi di pedana hanno le stesse caratteristiche di quelle originariamente ideate da Bosco .Le pedane vibranti, possono dividersi in due grandi categorie, le sussultorie (a movimento verticale, su-giù) e le basculanti (a movimento laterale, simile alla camminata). Le prime sono caratterizzate da un movimento verticale piuttosto breve e rapido e utilizzano una frequenza che va dai 30 ai 35 Hz mentre le seconde eseguono un movimento di oscillazione laterale che va da destra a sinistra e utilizzano una frequenza che va da 0 a 25 Hz

Il movimento verticale è più critico perché frequenze sotto i 15 Hz possono sviluppare risonanze negative nel corpo; le pedane basculanti in genere sono meno critiche perché il loro movimento sinusoidale permette di impiegare anche frequenze basse (durante la camminata si generano frequenze che vanno dai 5 ai 15 Hz).

Il movimento generato dalla pedana vibrante provoca contrazioni muscolari e un lieve innalzamento della frequenza cardiaca; secondo alcuni studi si avrebbe anche una stimolazione ormonale (aumento dell’ormone della crescita e del testosterone) e verrebbe supportato il rimodellamento osseo, aumenterebbe il metabolismo e quindi il consumo calorico (ma in modo molto lieve).

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La pedana vibrante funziona?

Si potrebbe così pensare che la pedana vibrante sia un metodo originale e nuovo di fare fitness. In realtà gli stessi risultati, documentati  da ricerche, si ottengono semplicemente camminando a un buon passo su un terreno accidentato. Questo concetto deve essere ben chiaro a chi vuole utilizzare la pedana vibrante come mezzo allenante: per una seduta di mezz’ora il risultato è equivalente a quello di una camminata di mezz’ora circa su un terreno erboso.

A cosa serve la pedana vibrante?

Il principale utilizzo della pedana, quindi, non è estetico e non porta ad un grande dimagrimento. Essendoci un modestissimo dispendio energetico non c’è azione di controllo del peso. Anche l’eventuale stimolazione ormonale non permette di ottenere risultati significativi.

La vibrazione permette la contrazione dei muscoli, favorendone la tonificazione, ma mancando la parte aerobica dell’attività non può sostituire la palestra, con gli annessi benefici cardiovascolari.

Possono affiancare il normale potenziamento ma non lo sostituiscono! Gli effetti positivi che possono essere richiamati riguardano la forza esplosiva, la forza massima, la potenza, la velocità, l’agilità e flessibilità.. La pedana vibrante è la ciliegina sulla torta di un programma, non il corpo centrale.

Pedana vibrante e cellulite:

A livello teorico, un maggior afflusso di sangue combatte il ristagno e la ritenzione idrica migliorando l’aspetto della pelle a buccia d’arancia e il gonfiore, ma se si vogliono ottenere risultati servono anche una buona alimentazione e dell’esercizio,.

Per quanto detto sopra, la pedana vibrante non può sostituire i metodi tradizionali, ma può essere consigliata a tutti coloro che nell’affrontare il fitness trovano gravi difficoltà iniziali. Per esempio soggetti fortemente in sovrappeso e anziani con problemi ortopedici. Allo stesso tempo però, aiuta molto chi ha problematiche o patologie ossee e/o muscolari, perché evita traumi in caso di problemi di fragilità ossea.

Le pedane vibranti possono sostituire lo stretching senza averne gli svantaggi; per il professionista ciò può essere utile quando l’atleta non può caricare perché troppo vicino alle gare o perché infortunato.

Terapia e riabilitazione

Diverso il discorso riabilitativo, dove la pedana può essere impiegata in un gran numero di patologie sia per prevenire sia per curare, accostandola alla normale terapia. Da ricordare: atrofia o ipotonia muscolare. disordini circolatori periferici, limitazione del movimento, pubalgia, problemi al tendine d’Achille, riabilitazione del ginocchio, sclerodermia, disturbi propriocettivi (sclerosi multipla).

Osteoporosi: Se si pensa che gli studi di Bosco sono partiti dalla constatazione degli effetti che il semplice cammino ha sul rimodellamento osseo, si comprende come uno dei campi più interessanti sia la prevenzione e la cura dell’osteoporosi. Alcune ricerche hanno rilevato un aumento della densità ossea.

Inoltre fornisce i benefici di un esercizio fisico moderato a tutti coloro che per necessità non sono in grado di svolgere un’attività fisica continua nella terza età. Un miglior tono muscolare o una migliore densità ossea sono fattori che in un anziano possono migliorare la prospettiva di vita e metterlo nelle migliori condizioni di affrontare la quotidianità.

Pedane vibranti: controindicazioni

Il trattamento vibratorio incide positivamente su diversi fattori, ma a patto che la pedana utilizzata sia scientificamente testata e certificata, e a patto che il trattamento sia supervisionato da personale tecnico specializzato.

Queste accortezze sono necessarie perché vi sono diverse controindicazioni assolute all’allenamento vibratorio se non seguito. Per chiarire meglio i danni che un errato allenamento vibratorio può arrecare vi informo che nelle pubblicazioni di clinica e fisiologia dell’esercizio si riporta che nelle ricerche sulla vibrazione, sono stati adottati dei “criteri di esclusione”. Essi includono:

  1. infiammazione acuta della pelvi o degli arti inferiori
  2. trombosi acuta
  3. osteosarcoma
  4. fratture recenti
  5. impianti recenti
  6. litiasi epatica, renale e della colecisti
  7. malattie della colonna vertebrale grave
  8. malattia vascolare periferica grave
  9. gravidanza

Quindi ben vengano gli allenamenti vibratori, ma a patto che siano supervisionati e prescritti da personale tecnico specialistico.

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