La distorsione alla caviglia: cause e rimedi

 

Uno dei traumi scheletrici più frequenti e dolorosi, è la distorsione alla caviglia, ed è proprio di questo che vi parlerò oggi. 

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a cura di Massimo Borri, Massofisioterapista

Cause delle distorsioni della caviglia

 

Queste lesioni sono abbastanza frequenti in chi pratica sport come pallavolo, calcio, corsa, basket; oltre allo sport altri fattori possono predisporre al rischio, tra cui: una precedente distorsione, poco allenamento, calzature sbagliate, errato appoggio del piede, terreno sconnesso, mancato riscaldamento muscolare.

 

Ci sono tre gradi di lesione; avremo infatti:

 

Distorsione di primo grado: stiramento dei legamenti che causa dolore e gonfiore moderati, guaribili in 1-2 settimane al massimo;

 

Distorsione di secondo grado: danno parziale ai legamenti associato a evidente gonfiore, può guarire in 4-6 settimane dopo un adeguato programma di riabilitazione;

 

Distorsione di terzo grado: rottura completa dei legamenti che potrebbe anche richiedere un intervento chirurgico.

 

Indipendentemente dal grado di partenza, il processo di guarigione si conclude con una specifica serie di esercizi, rivolti a rieducare all’equilibrio ed al corretto movimento in camminata.

 

Cosa fare dopo una distorsione

 

Inizialmente si interverrà con il cosiddetto protocollo RICE (“Rest, Ice, Compression, Elevation”, quindi riposo, ghiaccio, compressione e elevazione).

Il riposo, opportuno subito dopo la comparsa dei primi dolori, impedisce un ulteriore danneggiamento dei tessuti. In questa fase avverrà inoltre lo “scarico” della caviglia a gamba alta, per favorire il riassorbimento dell’edema. Gli impacchi di ghiaccio sono utili solo il primo e il secondo giorno (oltre peggioreranno la situazione): 2-3 applicazioni della durata di circa 20 minuti basteranno per diminuire il dolore e ridurre l’infiammazione.

Il bendaggio elastico compressivo contrasterà l’eventuale uscita di proteine e cellule dai vasi sanguigni.

 

distorsione_caviglia_camminata

 

Gli esercizi per la riabilitazione

 

E’ fondamentale, a prescindere dal grado di distorsione, rivolgersi a un istruttore per una buona rieducazione al movimento e al carico, onde evitare future limitazioni funzionali o instabilità, che sono molto frequenti. Per tutte le distorsioni di secondo e terzo grado il programma di esercizi prevede 3 fasi: esercizi propriocettivi, attività di rinforzo muscolare, recupero del movimento.

 

Esercizi propriocettivi

 

Con la rieducazione propriocettiva si indicano tutte le metodiche e gli esercizi mirati a stimolare e rieducare la sensibilità propriocettiva, che permette di sentire il movimento di un braccio o di una gamba anche quando gli occhi sono chiusi e consente al corpo di muoversi al meglio.

 

La funzione dei propriocettori è fondamentale per regolare il tono muscolare, la postura e la corretta esecuzione dei movimenti.

 

La rieducazione propriocettiva nel caso della caviglia deve proporsi come fine quello di far acquistare all’ articolazione tibio-tarsica una maggiore coordinazione nelle contrazioni muscolari e delle leve ossee, in relazione al movimento.

 

In primis la rieducazione propriocettiva si effettua in scarico o in maniera passiva, per abituare il paziente a percepire le diverse caratteristiche del movimento indotto e renderlo conscio riguardo alle sue possibilità di reazione motoria.

 

Poi si propongono esercizi su superfici instabili, come piani circolari, le tavolette quadrate e le semisfere Il paziente deve imparare a mantenere l’equilibrio con semplici movimenti delle caviglie, inizialmente ad occhi aperti e con l’aiuto dell’istruttore, successivamente senza aiuto e senza il controllo visivo Il lavoro prosegue poi in monopodalica sia sull’arto leso sia su quello sano. Infine si  procede con l’eseguire un percorso propriocettivo composto da cuscini che hanno una diversa consistenza e deformabilità, in modo da adattare il passo e stimolare i recettori propriocettivi durante la camminata su un terreno non omogeneo.

 

Lo scopo di questa prima fase è far recuperare il controllo della postura e l’equilibrio, sia da fermi che in movimento.

 

Sprained ankle black x-ray

 

ghiaccio_caviglia

 

Rinforzo muscolare

 

E’ importante eseguire un allenamento atto a migliorare la forza muscolare, soprattutto per prevenire l’instabilità residua e il rischio di ricadute. Il recupero della forza prevede 2 tipi di esercizi.

 

  1. Esercizi con l’elastico: il paziente seduto passa un capo dell’elastico attorno al piede, tenendo l’altro capo con le mani. Esegue quindi una o più serie di flessioni plantari e dorsali del piede. Mantenendo la posizione della corda, si possono far eseguire al paziente anche dei movimenti di semi-rotazione della caviglia.
  2. Legpress: allena i quadricipiti riproducendo il movimento dello squat: è un esercizio statico di spinta che rinforza i muscoli senza carico, perciò è particolarmente indicato nella riabilitazione.

 

Recupero del movimento

 

Il recupero del movimento è l’ultima fase della riabilitazione e prevede l’esecuzione di vari tipi di camminata, in avanti, all’indietro, laterale, corsa nelle tre direzioni, balzi, saltelli e tutte le altre situazioni a cui si può andare incontro durante il ritorno all’attività da parte del paziente. Tutti questi esercizi potranno subire variazioni come, ad esempio per il cammino, camminare in avanti prima esasperando la flessione del ginocchio andando quasi a toccarsi la zona addominale, oppure mantenendo le gambe rigide.

 

Una caviglia lesa e instabile rappresenta il presupposto di distorsioni recidivanti, si comprende quindi l’importanza di una buona rieducazione dopo un episodio distorsivo.

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